Frank di Donnie Darko è diventato Nicki Minaj

Pills-and-Potions-cover

Nicki Minaj è tornata lasciando la poltrona di giudice ad American Idol dopo soltanto una serie. Serie che la maggior parte delle persone ha guardato per i suoi litigi con Mariah Carey.

Sebbene l’ultimo singolo “Pills N Potions” sia uscito da un mesetto, in Italia non si è ancora sentito troppo. Minaj ha mantenuto un profilo basso, liberandosi da parrucche, abiti fluo e quelle baracconate varie che avevano raggiunto l’apice del trash nel video di “Pound the Alarm”. Un tratto distintivo che la caratterizza dagli esordi, tuttavia, sembra averlo conservato: l’ossessione per il rosa, come avesse ancora 13 anni. Dopo Pink Friday (2010) e Pink Friday: Roman Reloaded (2012), si appresta a far uscire il suo terzo lavoro “The Pink Print”.

L’ultimo singolo, prodotto da Dr. Luke e Cirkut, è una mescolanza ben riuscita fra hip-hop e pop. Sorvolando sul fastidioso ritornello “I still love…” che è troppo lungo e troppo finto, il resto della canzone non è tutto da buttar via. La base della canzone non è male, quel mix di percussioni, campane e trombe conferiscono un qualcosa di solenne ad un testo abbastanza banale che parla d’amore e droga: il connubio più vecchio del mondo.

Tra una pasticca e un drink, in piena depressione amorosa, è riuscita a girare un video che è stato rilasciato poche ore fa. Ecco il video è bruttissimo. Rispettiamo la tendenza low-low-low-budget del momento ma un po’ d’inventiva, diamine! Gli sfondi a tinta unita hanno definitivamente stufato dopo che ne ha abusato anche George Ezra. Il porta pillole con la testa di coniglio invece è graziosissimo e siamo certi diverrà il must-have dell’estate. Una citazione più esplicita a Frank di Donnie Darko sarebbe stata gradita visto il resto del video.

Double Bubble Trouble Video

Finalmente un nuovo video di MIA, questa volta da lei girato e prodotto. A quanto pare non c’è una cosa che non le riesca, dalla musica ai vestiti è stata sempre stilosissima e i video non sono da meno. Dopo un capolavoro come Bad Girls, una clip apparentemente low-budget senza troppe pretese era la mossa giusta. Il messaggio è molto bello: in pratica esprime solidarietà verso le “nuove generazioni” che il Grande Fratello non lo vedranno in tv ma lo vivranno in prima persona, spiati da droni e telecamere “di sicurezza”.

Morale della favola? Non potrete più fumare DMT come lei, senza che le forze dell’ordine o vostra madre lo sappiano. In compenso potrete sfoggiare bellissime armi fluo ottenute da stampanti 3D.

Tutta la storia di Fabri Fibra vs. Vacca

Fabri Fibra, anche noto come colui che ha scoperto da grande le parolacce altrimenti lo mettevano in punizione, ha fatto un pezzo di dieci minuti contro Vacca, alias Marge Simpson coi dreadlock.

Ho voluto ascoltarlo tutto. Dopo essere svenuto in preda ad un emorragia, ho riacquistato i sensi, mi sono pulito il sangue dal naso e ho deciso di scrivere la mia. In pratica essendo usciti di scena perché spiazzati dai giovani Emis Killa, Fedez ecc. (cattivi proprio sti piskelli), affinché qualcuno li considerasse nuovamente, i due vecchi hanno deciso di inscenare una sfida tipo american West vs. East coast rappers. Purtroppo per noi, qua non è ancora morto nessuno né nessuno ha promesso di ritirasi dalle scene se vende meno dell’altro.

Tutto ha avuto inizio quando in un’intervista Fibra dichiarò di preferire Vacca come amico che come rapper, ha senso che gli avesse fatto aprire i suoi concerti insomma. Marge-reggae la prende male e lo chiama per le rime rappando “L’italiano balla male, le canzoni che fanno cagare” e in un’intervista non inserisce Fibra nella sua personale Top10 dei rapper italiani, tiè! Nel suo cuore adesso c’è Emis Killa, oh!

A dei versi tanto profondi il Superman dei TRL Awards (uno degli unici due premi che abbia vinto, cito wikipedia) non si esime dal rispondere “fanno il mio nome per essere presi sul serio come se fossi Gesù, nessuno ti conosce innominato, non sei mai cresciuto sei un cartone animato, o la roba spacca/ o l’artista spacca, via da qui e sparisce tipo in CecosloVACCA”. Il pezzo in questione è “Zombie” ft. Deleterio. Deleterio di nome e di fatto tanto che mi provoca un brivido lungo la schiena non appena sento i suoi pessimi intervalli in autotune.

La sfida tra i due decerebrati inizia a farsi seria con l’esilarante diss track di Vacca “Il diavolo non esiste“. Nella canzone, il sardo in esilio a Kingston, ci illumina con verità dogmatiche su Fibra come “fai schifo a Senigallia, fai schifo a tutta Italia”. Fabri Fibra non rimane in silenzio e decide di replicare con una diss track “Niente di personale“. La mette in vendita su iTunes, tanto venderebbe anche una base di rutti mixati. A ciò segue un video ufficiale di un dissing di Vacca su Fibra, “Nalla Fossa“, che devo ammettere è il pezzo più divertente delle sfide dei due, anche delle risposta della risposta che arriva dopo un mesetto. Infatti puntuale ecco che pochi giorni fa anche Fabri Fibra fa uscire un video risposta di -oh mio dio- dieci minuti! “Fatti da parte“, è veramente troppo. Inizia con un monologo del film Boiler Room sull’essere milionari ecc. ecc…

Dopo essersi diffamati a vicenda spero che chiunque ne abbia abbastanza e che escano di scena per sempre entrambi. No, purtroppo questo è solo l’inizio di qualcosa che è destinato a durare ancora molto prima di risolversi in una sparatoria o in featuring per lanciare il loro nuovo profumo o la linea di scarpe. Quale sarà la prossima mossa di Vacca?

L'ultimo stato di Vacca su Facebook

L’ultimo stato di Vacca su Facebook

La miglior cover di sempre

Di tutti i partecipanti di talent finiti nel dimenticatoio, Stefano Filipponi è quello che ha trovato il metodo più geniale per tornare a far parlare di sé.

Entrato nella squadra di Mara Maionchi per la quarta edizione di X Factor, Stefano non è arrivato in finale ma è forse l’unico concorrente di cui ancora ci si ricordi. Nonostante i gravi problemi di balbuzie, aveva stupito tutti per la sua capacità di comunicare sul palco. Entrato nel programma come uno dei favoriti perse al televoto contro i Kimera (li ricorderete come i fratelli di Samara di The Ring) in quell’edizione che fu vinta da Nathalie. L’unica cosa che ricordi di quest’ultima era che era roscia e che non mi spiegavo il senso di quell’acca nel nome.

Comunque, parlando di cose serie, la genialità di Stefano Filipponi sta nell’aver interpretato magistralmente “A me piace a Nutella” de Il piccolo Lucio, star di YouTube vittima di due genitori malvagi, che denuncerà per avergli rovinato la vita, non appena sarà maggiorenne. Sì, il mondo è pieno di persone orribili e la brava gente esiste solo sul set di Don Matteo, facciamocene una ragione.
Stefano è riuscito a cogliere la drammaticità di un pezzo agghiacciante di cui l’intera penisola ha riso per mesi – in realtà quando ero in erasmus un ragazzo tedesco mi chiese se conoscessi Il piccolo Lucio e cosa ne pensassi, era lo stesso anno del RubyGate e avrei voluto suicidarmi.
Dal profondo del cuore auguro a Stefano Filipponi di riuscire a riemergere e pregherò perché produca un intero album di sole cover delle canzoni italiane più trash della storia. Possibilmente video diretti sempre da Filip Adrian Dziegielewski.

Spoiler: A questo genere musicale sarà ben presto riservato molto spazio, restate in contatto.

Brooke Candy Is Finally Back and In All Her Opulence

We met and loved her with “Das Me”. The lyrics was so good and the video, edited just a few months later her striking appearance in the Grimesone, is such an exaggerated film that she soon ingratiate all the cyberfaggots. Being a star on Tumblr she must know how Internet works and following the stan culture rules she promptly define herself as the FagMob leader. Being gay, Candy explains she wants to reclaim the word faggot as N.W.A. did with nigger.

Since 2012 until today, the rapper from Oxnard, California, uploaded a few songs and videos on social networks such as youtube. The underrated masterpiece is “Don’t Touch My Hair Hoe” and unluckily none official video was made for it.

You might think she’s the umpteenth white female rapper with the right contacts of her pimp father. Her father is actually CFO of Hustler magazine and CEO of the Hustler Casino. Her dad, anyway, “wears glasses, so he’s not in the hip-hop business”, she said. In addition Candy stated her mother pushed her out of home when she confessed to be attracted to girls. Once out of home, Candy worked as a stripper and as a stylist for Rachel Zoe (I don’t mean she was stripping for Zoe but in some clubs of course) to get by.

With or without her father, two years after her debut, it looks like she finally found the right contacts. She signed a contract with the major label RCA (Sia and Diplo, among the others, will produce her work) and almost became testimonial for DIESEL. Creative director of this brand is Nicola Formichetti, the diabolic mind who contributed to Lady Gaga’s success. Candy distances from Gaga but loves comparisons with Lil’ Kim.

Even tough she dislikes Gaga, her latest video was directed by Steven Klein. After directing several videos for Madonna and “Alejandro”, Klein reaches the pick of his porn-satanic vision with Brooke Candy. Everything is so excessive resulting exhilarant in some scenes. Sure enough, in the end of the video Candy laugh loud with glitter all over her face, after she kinda had a mortal car accident. Are the sequins actually windshield glasses? We’ll never know that. Klein’s aesthetics, anyhow, is always fascinating.
The opening scene with her in the role of a bald-mistress Betty Page is perfect.
Being honest, some other frames are a bit vulgar and ordinary and reminded me of Rihanna’s poor “Pour It Up”.

We must remember, after all, that Candy wants to reclaim even the word “Slut”: “It’s time to take the back Slut is now a compliment, a sexy-ass female who running shit and confident”. Listen the whole lyrics of “Das Me” to have a clearer opinion of her idea about feminism in the 21st century. You might dissent, but at least you must give her credits for standing out in such a chauvinist world as the hip-hop one.
Candy seems to have talent in freestyle, but about her prowess on stage, we’ll only know when she’ll have a longer track list, if she merits or not.

So far I say yes

Brooke Candy è tornata in tutta la sua Opulenza

Brooke Candy mi ha conquistato dalla prima volta che ho ascoltato “Das Me“. Il video poi, pubblicato dopo di quello di Grimes, in cui non era certo passata inosservata, è una baracconata rara con la quale ben presto si ingrazia tutti i froci della rete. Non a caso, essendo una star di Tumblr, seguendo le logiche della stan culture si definisce la leader del FagMob. Essendo gay, Brooke spiega di voler rivendicare il termine Faggot (frocio) come gli N.W.A. fecero con la parola Nigger (negro).

Dal 2012 ad oggi la rapper di Oxnard, California, ha rilasciato diverse canzoni e video su social network come youtube. “Don’t Touch My Hair Hoe” è il capolavoro sottovalutato, di cui purtroppo non è stato realizzato un video ufficiale.

Si potrebbe essere portati a pensare che sia l’ennesima rapper bianca con gli agganci giusti del padre pappone, il suo è infatti il direttore finanziario della rivista porno Hustler e amministratore delegato dell’Hustler Casino. Però suo padre siccome “ha gli occhiali, nel mondo dell hip-hop non c’entra nulla”, parole sue. Ha dichiarato inoltre di essere stata sbattuta fuori di casa dalla madre dopo averle confidato di essere attratta anche dalle ragazze. Per mantenersi ha fatto la stilista per Rachel Zoe e la stripper, così, a caso.

Con o senza suo padre, ad un paio d’anni dal debutto con “Das Me”, i contatti giusti sembra averli trovati. Ha firmato un contratto con la RCA ed è diventata testimonial di DIESEL o quasi. Direttore creativo del brand che la sponsorizza, è Nicola Formichetti, mente diabolica che ha contribuito al successo di Lady Gaga, da cui lei prende le distanze preferendo i paragoni con Lil’ Kim.

Per quanto dica di odiare Lady Gaga, il regista di Opulence inoltre è Steven Klein. Quest’ultimo dopo aver diretto il video di Alejandro e svariati per Madonna, raggiunge l’apice della sua visione porno-satanica con Brooke. il tutto è così esagerato da risultare quasi esilarante, tant’è che pure la protagonista alla fine del video si sganascia dalle risate con la faccia piena di brillantini dopo aver fatto tipo un incidente, che siano i vetri del parabrezza? Mah. L’estetica di Klein è comunque sempre affascinante e la scena iniziale con lei in versione Betty Page mistress pelata, che sputa in faccia al tipo, è riuscitissima. Alcune inquadrature a mio avviso cadono un po’ nel pecoreccio e mi ricordano il recente e tristissimo “Pour It Up” di Rihanna.

D’altronde insieme al termine faggot Brooke vuole riscattare anche “Slut”. è lei quella che canta “It’s time to take the back Slut is now a compliment, a sexy-ass female who running shit and confident” ascoltate tutto il testo di “Das Me” per farvi un’idea della sua visione del femminismo del ventunesimo secolo.
Potreste dissentire ma le va dato quantomeno merito di essere riuscita a farsi notare nel mondo dell’Hip-Hop dove le donne che ce la fanno sono davvero pochissime.
Brooke sembra avere delle doti anche nel free-style. Quanto alla prestanza sul palco, il repertorio sinora è troppo ridotto e solo il tempo potrà stabilire se merita o meno.

Marilyn Monroe, the “New” Single by Pharrell Williams

Pharrell promoted G I R L describing it as a tribute to women. I wanna be everything but a bigot, after his participation in “Blurred Lines“, anyway, I was expecting something different from random close-ups on bums and alluring smiles. In the lyrics of his latest work he sings he prefers his girl to women like Marilyn Monroe, Cleopatra and Joan of Arc… You know, they’re all dead. A few days ago, Amanda Lepore posted on facebook a video, actually a freeze-frame shot of her, with the caption “Pharrell Williams Vs Amanda Lepore”. Her presence in a video called Marilyn Monroe could give an ironic and maybe trash touch more than Kelly Osbourne. Did we really need it? No, but Pharrell did considering that Kelly’s “curvy”, so nobody can tell him that he’s tribute to women is actually a tribute to just one kind of girl. Usually Pharrell’s got the Midas touch. I’m pretty sure this will happen also with the second single from Girl. You won’t have time to go to the toilet than refresh on the Billboard page that Marylin Monroe will be the new number one. A not-so-new number one considering that both tune and falsetto remind the songs he did with Justin Timberlake. For those who miss that stuff, you can find their “Brand New” song in Girl.

Marilyn Monroe, il “nuovo” singolo di Pharrell Williams

G I R L, il suo nuovo album, lo aveva descritto come un inno alle donne. Non per fare i bacchettoni, però dopo la partecipazione al video sessista di “Blurred Lines” ci si aspettava qualcosa di più di un paio di primi piani su lati-b random e sorrisini ammiccanti. Non basta che le modelle/ballerine siano vestite. Nel testo della canzone dice di preferire sempre la sua ragazza a donne come Marilyn Monroe, Cleopatra e Giovanna D’Arco… sai com’è, sono già morte tutte.
Qualche giorno prima Amanda Lepore aveva postato su Facebook un video della canzone che in realtà era un fermo immagine su di lei, intitolato Pharrell Vs Amanda Lepore. Immaginavo già qualcosa di più ironico e trasgressivo del video ufficiale che invece vanta la collaborazione di… Kelly Osbourne! Ne avevamo davvero bisogno? No, ma lui sì, perché Kelly è “curvy” e così nessuno può accusarlo di aver scelto donne che rientrano in un solo determinato canone.
Di solito tutto quello che tocca Pharrell diventa oro. Sono certo che anche il secondo singolo estratto da Girl arriverà in vetta alle classifiche. Tempo di andare in bagno, fare refresh sulla pagina di Billboard e sarà la nuova numero uno. Una nuova numero uno che di nuovo avrà ben poco considerando che sia le basi, sia i pezzi in falsetto, ricordano vecchie collaborazioni con Justin Timberlake (per chi non ne avesse abbastanza Girl contiene un altro duetto fra i due dal freschissimo titolo “Brand New”).

Haim Vs Warpaint (EN)

haimHaim and Warpaint, two girl bands that are rocking right now. Who’s best? I already had an idea but I only got a final sense about it, after their performances at Coachella last week. I tried to find out something on their rivalry but I didn’t find anything. No insults on each other, no stolen boyfriends etc. Is it true? Is it possible that their managers still haven’t smelled the scent of a media war, like Britney vs. Christina in the golden age? – I know Warpaint could turn up its nose because it’s a “rock band”, but these girls run up the Hollywood boulevards faster than the sisters. Given that I want to see them wrestle in the mud (“Two Girls, One Cup” way but they’re actually seven, so could be even better), the dirty duty to throw the bone of contention is mine. Let’s proceed step by step to elect our favourite.481588_4841346113599_151807639_n

  • Live

Not a snowball’s chance, Warpaint is Coachella veteran now. You can tell this is its third time performing at the festival. Haim, newcomer in Indio, plays music on stage with an additional member, drummer Dash Hutton. Poor guy, can you imagine handle three sisters having their period? Este’s bass face, anyway, worth the ticket price.

Winner: Warpaint

  • Production

All of the girls are from Los Angeles; they come from slightly different backgrounds. The most experienced one seems to be Danielle Haim, she also played for Julian Casablancas among the others. I personally don’t get why everyone link the sisters with Fleetwood Mac. The closer similarity, to me, is with another family band. Haim is Hanson after sex reassignment surgery, isn’t it? Haim debut album “Days Are Gone” has been recorded almost everywhere from California, to NYC, to London, why not? It seems a good way to connect job and vacation. “Warpaint”, second effort of our non-family-band, didn’t convince critics as their first “The Fool”, 2010. The debut album was produced by Tom Biller (Beck, Karen O, Liars) and mixed by Andrew Weatherall (New Order, Primal Scream, Bjork) and Adam Samuels (John Frusciante – who used to fuck with one of the girls –, Daniel Lanois). With such a staff on my back I probably could have released something proper too. Unluckily nobody contacted me. If you changed your mind please call me at mealtime, mon-fri, no time waster.

Winner: Haim, because visited more places to record just one album. Smart!

  • Deadline

Perspectives are definitely more propitious for a band made up by three lovely sisters, alias the Kardashians with a few music skills. Liam and Noel, by the way, lasted more than Blur. In an interview for Noisey Emily Kokal, voice and guitar in Warpaint, didn’t stop repeating she has compromise in her soul. Actually, to me, the good one at compromise must have been her sister, the first drummer, the casted out one: Shannyn Sossamon, she’s an actress, musician and dancer (at least according to Wikipedia); she only left winning a canine beauty contest.

Winner: Haim

  • Album Coverhaim-days-are-gone

Despite the music inside, “Days Are Gone” cover is very up-to-date. It looks like an easy collage but is probably not. Both the covers of Warpaint’s albums look better in any case, specially the second. Designed by the bassist Jenny Lee Lindberg’s husband, a.k.a. that guy who directed Aphex Twin’s “Come to Daddy” music video, “Warpaint” artwork shows the 4 girls dissolving in the same space. Warpaint_Warpaint_Album_Cover

 

Winner: Warpaint

 

  • Video/Look

Haim videos are funny. The most successful and minimal one is their last “If I Could Change Your Mind”. I love their synchronised movements, probably because of the innate awkwardness they have. I would pay my friends to go out and replay their choreography in the middle of the dance floor of our favourite club.

Warpaint released less but good videos. Both the bands are enough fashion conscious. The sister could be well dressed but the girls in Warpaint are striking.

Winner: draw

  • Perception

At first blush I couldn’t listen to Haim. I discovered Warpaint with “Love Is to Die”, which still doesn’t tell me much. Listening better to them, I changed my mind. I find the three sisters of LA funny in the end, Este’s bass face counted much to make me think so. Warpaint is better live and the first record is really good, its way to write and make music results more authentic. Even though according to the standards above they drew, a winner must be decreed. Therefore I’m going to abuse of my judge and critic (self-empowered) authority to proclaim the winner of this first fight.

And the Winner is… (drum roll) Warpaint!

Haim Vs Warpaint (IT)

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Le due girl band più discusse del momento. Quali sono le più giuste, Haim o Warpaint? Una mezza idea me l’ero già fatta ma ho tratto un bilancio finale dopo le loro esibizioni dello scorso weekend al Coachella. Ho cercato qualcosa sulla loro rivalità ma non ho trovato nulla. Possibile che i discografici che gli stanno dietro non abbiano fiutato ancora nulla? Qui c’è potenziale per una battaglia mediatica meglio di Britney vs Christina ai tempi d’oro, per quanto le Warpaint potrebbero storcere il naso a leggere una cosa del genere, perché loro sono “rock”, è abbastanza noto che a Hollywood ci scorrazzano più delle altre tre ma vedremo più avanti. Siccome non vedo l’ora di vederle che si azzuffano nel fango alla “Two Girls, One Cup” (in realtà in totale sono 7, meglio ancora!), spetta a me l’arduo compito di mettere zizzania per primo. Procediamo per gradi e stabiliamo chi se la spinge di più.

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  • Live

Non c’è trippa per gatti, ormai le Warpaint sono delle veterane del Coachella, quest’anno per loro è stata la terza volta. Si vede.

Le tre sorelle invece, dal vivo si esibiscono con un batterista, Dash Hutton, che fa tanta tenerezza. L’unico ragazzo a dover assecondare 3 donne, pensa quando hanno le loro cose! Le bass face di Este comunque varrebbero il prezzo del biglietto.

Winner: Warpaint

 

  • Produzione

Entrambe di Los Angeles, vengono da formazioni diverse, ahah, no. Quella con più esperienza sembra essere Danielle Haim che fra gli altri ha suonato per Julian Casablancas. Non capisco perché tutti continuino ad accostare lei e le sue sorelle ai Fleetwood Mac quando la somiglianza più palese è con un’altra band di parenti. Le Haim sono gli Hanson dopo l’intervento di riassegnazione del sesso, no? Il loro primo album “Days Are Gone”, è stato registrato ovunque tra California, New York e Londra, perché no? Mi sembra un buon pretesto per andare in vacanza dopo tutto.
L’omonimo “Warpaint”, seconda fatica delle ragazze che non sono sorelle, ha convinto meno i critici rispetto al primo The Fool, 2010. Il disco d’esordio è stato prodotto da Tom Biller (Beck, Karen O, Liars) e mixato da Andrew Weatherall (New Order, Primal Scream, Bjork) e Adam Samuels (John Frusciante – che si scopava una delle 4 – , Daniel Lanois). Con uno staff del genere alle spalle sarei riuscito a fare qualcosa di decente anche io, peccato non me l’abbia chiesto nessuno. Se ci ripensate, chiamare ore pasti, Lun-Ven, no perditempo.

Winner: vincono le Haim perché hanno girato praticamente più posti per registrare un solo album, bravissime!

  • Scadenza

Per una band di fantastiche sorelle, amiche per la pelle, con qualcosa in più (attenzione, non mi riferisco a Terry & Maggy ma alle Haim) le prospettive sono sicuramente più propizie. Noel e Liam del resto sono durati di più dei Blur.

In un’intervista per Noisey, Emily Koakal, voce e chitarra delle Warpaint, non faceva altro che ripetere di avere il compromesso nell’anima. Tuttavia secondo me, quella brava a scendere a compromessi era la sorella, la prima batterista, quella che hanno buttato fuori: Shannyn Sossamon. Attrice, musicista e ballerina, le manca solo di fare da madrina alla sagra del carciofo a Ladispoli e può tutto.

Winner: Haim

  • Album Cover

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Al contrario della musica che contiene, la copertina di “Days Are Gone” la trovo molto attuale. Sembra un semplice collage, magari nemmeno lo è, carina ma nulla di speciale. Entrambe le cover dei due dischi delle Warpaint sono molto meglio. In particolare quella del secondo. Realizzata dal marito della bassista Jenny Lee Lindberg, alias il tipo che ha diretto il video di “Come to Daddy” degli Aphex Twin, raffigura le 4 quattro ragazze che svaniscono nello stesso spazio.

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Winner: Warpaint

  • Video/Look

Quelli delle Haim sono simpatici, il più riuscito e anche più minimalista è sicuramente l’ultimo “If I Could Change Your Mind”. Le loro movenze sincronizzate mi fanno impazzire, probabilmente anche per la goffaggine con cui le eseguono. Pagherei i miei amici per uscire una sera ed esibirmi in una coreografia del genere, al centro della pista del nostro locale preferito.

Le Warpaint di Video ne hanno fatti pochi ma buoni. Di stile ne anno sicuramente entrambi i gruppi, le Haim forse sono meglio vestite ma le altre son più appariscenti.

Winner: pareggio

  • Mi Arriva?

Di primo acchito, le Haim non le potevo soffrire. Le Warpaint le ho conosciute con “Love Is to Die”, ancora non mi dice granché. Ascoltandole meglio mi sono ricreduto su entrambe. Le tre grazie di LA, finiscono per starmi simpatiche: i cori di una, i sorrisi ammiccanti dell’altra e le facce di quella alta e disadattata hanno contribuito molto. Le Warpaint sono meglio dal vivo e il primo album è meglio del secondo. Il loro modo di comporre testi e musica mi risulta più originale. Nonostante secondo i parametri presi in considerazione sopra la sfida sia finita in pareggio, un vincitore bisogna decretarlo. Abuserò pertanto dei miei poteri di giudice e critico, conferitimi da me stesso, per proclamare il vincitore di questa prima sfida.

Winner: rullo di tamburi… le Warpaint!