Gilbert Vierich @ Vicious Club (IT)

 

Gilbert Vierich playing @ Vicious Club, Rome

Gilbert Vierich playing @ Vicious Club, Rome

Venerdì scorso al Vicious Club, ospite di Rock’n’Yolk, si è esibito Gilbert Vierich. Per chi non lo conoscesse, è un membro dei Crystal Fighters. A distanza di quasi un anno dalla pubblicazione del loro secondo LP, Cave Rave, i Crystal sono ancora richiestissimi e hanno in ballo almeno una trentina di date per la prossima estate tra Europa, Usa e Messico. In Italia, purtroppo, abbiamo dovuto farci bastare i dj set di Gilbert a Roma e Torino.

Il Vicious è un club decisamente piccolo, spero sia questo il motivo per cui gli organizzatori di Rock’n’Yolk si “riservano il diritto di fare la selezione all’ingresso”. In una mise total black, sono riuscito presto a farmi strada nel locale, già assediato dalle più agguerrite fashioniste, wannabe Taylor Momsen, Mary-Kate ecc… che armate di smarphone, guardavano verso l’alto la luce dei loro flash. Tutto ciò con una fervente devozione al dio #selfie che si traslava in sguardi contriti alla Padre Maronno.

Suppongo che il target della serata fosse molto diverso da quello dei concerti dei Fighters. Una ragazza, vestita da Lindsay Lohan vestita da pirata, infatti, mi si è rivoltata contro (in stile Lilo in astinenza da Xanax) perché l’ho urtata con una spalla. Immagino non avesse mai sentito parlare di pogo. Non che io mi fossi azzardato a pogare, in un ambiente del genere era davvero impossibile mantenere più di 5 cm di distanza dal prossimo. Saturo lo spazio, satura la pazienza, MISANTORPIA è presto il mood della serata.

Per fortuna che c’è Gilbert, lui ci salverà! È bastato, infatti, un pezzo spensierato come Plage per invertire la rotta in VOLEMOSEBBENE, e subito tutti felici a strusciarsi. Questo capellone qui, a differenza di un altro capellone; alias Pocahontas; a.k.a. Steve Aoki, ho avuto l’impressione che suonasse davvero e che avesse poco o nulla di preregistrato. Belli i remix, bello lui (si fa per dire), bella la scelta dei pezzi (giuro che non ero ubriaco). “Standing in the Way of Control” dei Gossip, la versione mixata dai Soulwax per giunta, era la prima volta che me la mettevano in un locale. Grazie di tutto.

Rhò, live @ Circolo degli Artisti

In questo primo articolo scrivo le mie impressioni su Rhò, l’ultimissimo artista che ho ascoltato dal vivo.

Rhò

(foto via)

Rhò“, nome d’arte di Rocco Centrella, lo leggevo scritto ormai da un po’ su riviste e blog di musica. Devo ammettere però che fino a ieri sera ancora non avevo ascoltato nessuno dei suoi pezzi. Non so dire se sia per il colpo di fulmine che è scattato appena ho messo piede in sala ma a risentirlo su Spotify oggi, mi mancava qualcosa. Intendo dire che è uno di quelli che live rende decisamente di più. La base musicale mi è arrivata subito (così, per utilizzare un termine caro ai talent), dopo aver realizzato che era tutta opera di una solo musicista, mi è piaciuto ancor di più. Sarà che sono un fan di Radical Face, e lui me lo ha ricordato vagamente. Non voglio paragonarlo a qualcosa che di già esistente, ritengo sia molto originale ma un appunto devo farglielo: la pronuncia inglese a mio avviso non è delle migliori. Capisco l’ambizione, più che legittima, di conquistare quei posti dove è stato apprezzato Notte Sento (corto per cui Rhò ha curato la colonna sonora). Tuttavia credo che la vera sfida per un compositore come lui sarebbe quella di cantare in italiano e in tal caso rivoluzionerebbe in qualche modo le sonorità dell’indie nostrano come pochi hanno saputo fare.